Licenziamento discriminatorio e per motivo illecito: uguali ma diversi?
“Itinerari della ricerca giuslavoristica. Colloqui triestini fra ricercatori e studenti” – seminario tenuto dalla dott.ssa Francesca Marinelli
La seconda edizione dei seminari, promossi dalla Cattedra del Diritto del Lavoro dell’Università di Trieste in sinergia con l’Università di Firenze, è dedicata alla “narrativa del sentire”, nell’intento di esplorare questa dimensione come base delle opzioni valoriali che influenzano l’attuazione o l’inattuazione delle norme giuridiche.
Parola chiave dell’incontro di oggi: Diversità.
Puntuale e dettagliato l’intervento della dott.ssa Francesca Marinelli, ricercatrice e professore aggregato di Diritto del Lavoro dell’Università di Milano.
In particolare, a partire dalla tripartizione licenziamento ingiustificato – licenziamento discriminatorio – licenziamento per motivo illecito, ha concluso tracciando il confine tra discriminazione e motivo illecito, potendo così argomentare la tesi della tassatività delle ragioni di discriminazione (cui si contrappone una diversa ricostruzione che ritiene l’elencazione meramente esemplificativa). Con l’ulteriore conseguenza di ritenere il motivo illecito quale ipotesi di chiusura del sistema, caratterizzata da un’articolazione dell’onere probatorio ancor più pregnante rispetto, certamente, alla fattispecie di recesso ingiustificato e, soprattutto, allo stesso licenziamento discriminatorio.
L’attuale contesto monopsonista del mercato del lavoro consente di cogliere la profondità del suggerimento rivolto dalla relatrice: declinare la discriminazione come educazione alla valutazione.