Attivazione e condizionalità nelle misure di sostegno al reddito
“Itinerari della ricerca giuslavoristica. Colloqui triestini fra ricercatori e studenti” – seminario tenuto dalla dott.ssa Ester Villa
Parola chiave dell’incontro di oggi: Fragilità.
Interessante seminario su una tematica conosciuta e compresa solo in superficie, spesso relegata in fondo ai manuali di diritto del lavoro e poco approfondita.
Concetto centrale: la condizionalità, ossia un legame indissolubile tra politiche del lavoro passive e attive.
L’analisi attenta degli ultimi interventi del legislatore, quindi dalla Legge Fornero al Jobs Act, permette di cogliere una contraddizione cruciale. Se l’obiettivo -dichiarato- era il superamento della frammentazione delle misure di sostegno mediante l’introduzione di uno strumento universale, allora l’attuazione non può considerarsi soddisfacente appieno. In concreto, infatti, gli interventi citati hanno determinato una frammentazione e diversificazione degli strumenti (prima ASPI e mini ASPI, poi NASPI, DIS-COLL, ASDI, assegno per la ricollocazione) per una ragione che si rinviene solo sottotraccia rispetto alle dichiarazioni di intenti: il costo per lo Stato.
Altro concetto di rilievo: la profilazione.
In un contesto caratterizzato da mercati transizionali, che rendono irrinunciabile l’accrescimento continuo di occupabilità, la profilazione dovrebbe rappresentare una sorta di validazione analitica sulla ricollocabilità della persona.
Occorre acquisire consapevolezza che il legislatore, e con esso, di conseguenza, tutti gli altri soggetti coinvolti, si muove spedito secondo due direttrici:
-riduzione delle tutele nel rapporto;
-aumento delle tutele nel mercato.
Insomma, la flexsecurity.
In senso critico, si può osservare che nessun intervento legislativo in materia, nell’attuale impianto di distribuzione delle competenze tra Stato e Regioni, senza investimenti economici, senza formazione e specializzazione degli operatori -pubblici; per il privato dovrebbe essere scontato- chiamati a gestire la concreta attuazione costruttiva della condizionabilità, senza tutto ciò mai si potrà governare efficacemente la fluidità del mercato del lavoro e garantire il benessere sociale attraverso l’accrescimento dell’occupabilità e il rapido reinserimento.